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La chiesa settecentesca

L’edificio

La chiesa di Postioma è un elegante edificio settecentesco di elevata pregevolezza artistica.

La costruzione fu promossa dall’ arciprete Domenico Maggion nel 1778, e avvenne sullo stesso sito dove si trovava una precedente chiesa, probabilmente di stile romanico, che i documenti dell’ Archivio Storico della Curia Vescovile di Treviso definiscono “antichissima”. Potete vedere le varie evoluzioni che ha attraversato l’edificio nella pagina dedicata.

I lavori vennero completati nel 1795, anno in cui venne ultimata la facciata, progettata dai fratelli Piotto, capomastri della famiglia Emo. Il campanile era già stato ultimato tre decenni prima (1765).

Qui sotto potete vedere alcune foto che mostrano come è attualmente la chiesa, completamente restaurata e riadattata alle sue nuove funzioni.

La storia delle opere

Nel 1817 l’ arciprete Giuseppe Monico, membro dell’ Ateneo Veneto, letterato, amico dell’ editore Giulio Trento e del giovane Canova, commissionò al celebre pittore G.B. Canal la decorazione interna ed esterna della chiesa. Il frescante veneziano vi dipinse in tale anno quattro grandi tele tratte dall’ Antico e da Nuovo testamento ed un importante “Gloria di S. Giorgio” sul soffitto.


Di spettacolare effetto tridimensionale sono i quattro ovali raffiguranti in monocromia le tre virtù teologali e la pazienza. Dello stesso artista, sempre in monocromia, sono i quattro riquadri con gli evangelisti.  Molto deteriorati risultano gli affreschi monocromi della facciata, raffiguranti il “Battesimo di Gesù”, sul timpano, ed i due apostoli, Pietro e Paolo, ai lati dell’ ingresso principale.
Il Canal affrescò il ciclo pittorico di Postioma quando ormai era vecchio e quasi cieco: infatti i personaggi raffigurati nelle varie scene comunicano una tensione ed uno struggimento dell’ anima davvero notevoli.

All’ interno della chiesa va registrata la presenza di un pregevole fonte battesimale, sicuramente anteriore al XVI secolo, e di due pale molto interessanti sugli altari laterali, rispettivamente una “Crocifissione” di Francesco Pisani (1761) e una “Fuga in Egitto” di Ermaolo Paletti (metà 800).
Di notevole importanza artistica è l’ altare maggiore settecentesco, in marmo policromo ed ornato di innumerevoli intarsi. Degni di nota gli stucchi dorat